mercoledì 8 febbraio 2012

Recensione su Le Monde Diplomatique di settembre 2011
Teologia della Liberazione. 
Lo scontro con Wojtyla e Ratzinger Diego Facundo Sánchez 
Datanews, 2011, 12 euro

Benedetto XVI ha annunciato a Madrid che la prossima Giornata Mondiale della Gioventù si svolgerà in Brasile, a Rio de Janeiro (18-23 luglio 2013). I Gesuiti della «Humanitas Unisinos», hanno reso noto immediatamente che un anno prima (dall’8 all’11 ottobre 2012) ospiteranno un Congresso per celebrare i 50 anni della convocazione del Concilio Vaticano II e i 40 anni di pubblicazione del libro di Gustavo Gutiérrez «Una teologia della liberazione».A pensare male si fa peccato, ma quasi sempre ci si indovina e, anche se Moisés Sbardelotto, a nome dei Gesuiti dell’Istituto «Humanitas Unisinos», smentisce una qualsiasi correlazione tra i due eventi, la consequenzialità di questi due annunci racconta una storia più lunga e complessa: quella della Teologia della Liberazione (TdL) e dei suoi controversi rapporti con la Chiesa romana; quella della Compagnia di Gesù e dello scontro con Giovanni Paolo II e Joseph Ratzinger, da lui ordinato prefetto della Congregazione per la dottrina della fede.Questi temi sono al centro del libro di Diego Facundo Sánchez Teologia della Liberazione. Lo scontro con Wojtyla e Ratzinger. Trent’anni, argentino, professore di Storia nell’Università di Mar de la Plata e professore di Teologia, ha realizzato nel 2009 un lavoro di ricerca, ora pubblicato in italiano da Datanews, che si interroga sui percorsi e l’attualità della TdL e sulla salute di una corrente spirituale che nasce nella periferia, in un orizzonte politico e sociale segnato da ingiustizia e oppressione, che si trasforma attraverso una produzione culturale e teologica fino a divenire il riferimento degli «oppressi», e che ha subito, negli anni ’80 e ’90, accuse di subordinazione al marxismo e un processo di restaurazione.Nel volume, composto da tre parti che seguono cronologicamente la nascita, il cammino e l’opposizione a questa corrente teologica, vengono analizzati i suoi antecedenti storici nel Concilio Vaticano II, l’elaborazione di una teoria e di una prassi, le strategie messe in atto dalle gerarchie romane per ristabilire il controllo e, nell’ultima parte, la resistenza e le prospettive future. La ricerca è arricchita da moltissime note e riferimenti bibliografici, oltre che da due allegati che riprendono le opzioni di fondo del Concilio Vaticano II e, assai interessante, i legami di Giovanni Paolo II con l’Opus Dei.Oggi possiamo dire che la «preoccupazione» della conservatrice curia romana nei confronti della TdL non era poi così infondata. Per secoli il Vaticano ha legittimato e vissuto insieme, quietamente e confidenzialmente, ai poteri dominanti. La TdL ha chiamato la Chiesa a cambiare il suo «luogo sociale» con una proposta universale di trasformazione radicale della società e con un’opzione prioritaria a favore dei poveri. Nell’ultimo decennio l’America Latina, pur tra grandi resistenze e inevitabili contraddizioni, è stata protagonista di un mutamento epocale di cui la TdL è uno dei principi dinamici ed è innegabile che, ciò che la Chiesa ha a lungo considerato «un’eresia», abbia contribuito alla costruzione di un’idea di società capace di produrre ‘liberazione’.

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