domenica 16 dicembre 2012

PARAGUAY : DIETRO IL GOLPE BIANCO


L’approssimarsi delle elezioni presidenziali, e la conseguente necessità di recuperare posizioni di forza in America Latina, avevano riproposto agli USA l’esigenza di riaffermare la propria presenza nel continente sudamericano, soprattutto attraverso la longa manus delle imprese multinazionali. All’interno di questo processo si iscrive il golpe cosiddetto “bianco” avvenuto il 22 giugno in Parraguay e che ha portato alla destituzione del Presidente della Repubblica, l’ex vescovo Fernando Lugo, grazie a tecnicismi parlamentari minuziosamente preparati. La destituzione del Presidente è stata possibile perché il governo non è stato in grado di contrastare efficacemente le oligarchie paraguayane, i cui privilegi economici, di tipo feudale, sono strettamente legati al latifondo (l’89% dei terreni è nelle mani del 2% della popolazione) e a un modello estrattivista dell’agricoltura, esitando a chiedere l’appoggio dei movimenti sociali.

Lugo, pur avendo sconfitto elettoralmente il potere stroessnerista, radicatissimo nel Paese, era stato costretto ad allearsi con il Partito Liberale, avversario ‘storico’ del regime dittatoriale del generale Stroessner; e tale alleanza ha condizionato sensibilmente l’azione del governo. La crisi era iniziata con un conflitto tutto interno all’amministrazione dello Stato tra il Ministero di Agricoltura e Allevamento guidato dal liberale Enzo Cardozo e il Servizio Nazionale di Qualità e Sanità Vegetale delle Sementi (SENAVE) guidato da Miguel Lovera.

Il 21 ottobre 2011, il Ministero di Agricoltura e Allevamento, senza seguire le procedure previste dalla legge, ratifica la semente del cotone transgenico Bollgard BT, della multinazionale americana di biotecnologie Monsanto, per la semina commerciale in Paraguay. Il SENAVE invece, proprio a causa della mancanza delle garanzie necessarie, non iscrive questa semente transgenica nel registro delle coltivazioni. Nei mesi successivi il giornale ABC Color apre una campagna mediatica contro SENAVE e il suo presidente denunciando casi di corruzione e di nepotismo. ABC Color appartiene al gruppo Zuccolillo, un’azienda legata all’Unione delle Aziende della Produzione (UGP) di cui Monsanto fa parte. Silvia Martínez, la sindacalista che denuncia gli scandali, è la moglie di Roberto Cáceres, rappresentante tecnico di varie aziende agricole fra cui Agrosán, acquisita per 120 milioni di dollari da Sygenta, altra (nota) multinazionale, tutte socie di UGP. Il punto di contatto tra UPG e Zuccolillo è Héctor Cristallo, il quale ha incarichi in varie aziende del gruppo Zuccolillo. Il giornalista Idilio Méndez Grimaldi rileva che “Aldo Zuccolillo (è) direttore proprietario del quotidiano ABC Color dal 1967, anno della sua fondazione durante il regime di Stroessner. e dirigente della Società Interamericana di Stampa (SIP). Il gruppo Zuccolillo è socio principale in Paraguay di Cargill, una delle multinazionali più importanti del commercio agricolo nel mondo”[1]. Nel giugno del 2012 la campagna si intensifica. UGP pubblica in ABC Color ’12 argomenti per destituire Lovera’. “Questi presunti argomenti – scrive ancora Méndez Grimaldi – vengono presentati al vicepresidente della Repubblica, Federico Franco (membro, come lo stesso ministro dell’Agricoltura, del Partito Liberale) che in quel momento svolge la funzione di Presidente in assenza di Lugo, il quale si trovava in visita in Asia”[2]. Poche ore dopo nei pressi di Curuguaty avverrà il massacro su cui sarà costruito il giudizio politico che porterà alla destituzione di Lugo.

La zona dove si verifica lo scontro tra contadini e polizia si trova nella proprietà Morombì (oltre 70mila ettari) del latifondista Blas Riquelme. Riquelme ha un passato tutt’altro che specchiato: ha accumulato la sua fortuna durante la dittatura di Stroessner e poi si è schierato con il generale Andrés Rodríguez, autore del golpe che destituì lo stesso Stroessner; è stato a lungo presidente del Partido Colorado (il Partito del generale dittatore) e senatore della Repubblica, è proprietario di supermercati e allevamenti. Entra direttamente in questa vicenda a causa di un territorio di circa 2000 ettari appartenenti allo Stato paraguayano e di cui si è appropriato abusivamente con espedienti legali. I contadini senza terra chiedono al governo di Lugo che quel territorio venga distribuito a loro. L’autorità giudiziaria si esprime invece a favore di Riquelme e ordina lo sgombero, sollecitando l’intervento del Gruppo Speciale Operazioni (GEO) della polizia nazionale, i cui membri sono stati per la maggior parte addestrati in Colombia, durante il governo Uribe. Scrive ancora Méndez Grimaldi: “Solo un sabotaggio interno ai quadri di intelligence della polizia può spiegare l’imboscata nella quale sono morti 6 poliziotti. Non si comprende infatti come poliziotti altamente addestrati nel contesto del Plan Colombia siano potuti cadere in una trappola tesa dai contadini”. Fra i poliziotti morti c’è il commissario Erven Lovera, comandante del GEO e fratello del tenente colonnello Alcides Lovera, capo della sicurezza del presidente Lugo. Il primo ad essere ucciso tra i contadini è invece Avelino Espinola, dirigente della lotta per il recupero delle terre[3]. E’ sfruttando questo avvenimento che il Senato di Asunciòn ha provocato l’’impeachment di Lugo, destituendolo in quanto ‘responsabile politico’ della morte di 17 persone e consegnando la presidenza al liberale Franco.

Poco dopo (ai primi di agosto), il ministro della Salute, Antonio Arbo (che ha sostituito la ministra Esperanza Martinez), decideva di autorizzare l’uso in Paraguay del VT Triple Pro, un tipo di mais geneticamente modificato elaborato da Monsanto che richiede l’uso del diserbante glifosato per il suo sviluppo. L’erbicida è oggetto di studi e rapporti in tutto il mondo per la sua elevata tossicità. Il nuovo dirigente del SENAVE, Jaime Ayala, aveva intanto già abrogato la norma 1160 del 26 dicembre 2011 che regolamentava le fumigazioni in larga scala nelle grandi monoculture: per proteggere i diritti umani e ambientali delle comunità contadine e indigene quella norma imponeva di informare preventivamente gli abitanti delle zone interessate sull’orario delle irrigazioni e sui prodotti utilizzati.

L’ex Presidente Lugo ha rivelato altri retroscena che sarebbero all’origine del ‘golpe bianco’ e coinvolgerebbero anche un’altra multinazionale, la canadese Rio Tinto Alcan (RTA). La multinazionale in questione, che ha sede a Montreal, ha un fatturato di 2.786 bilioni di dollari e 68.000 dipendenti ed è leader nella produzione e lavorazione dell’alluminio. L’accordo con il governo paraguayano e la RTA per un impianto di 4 miliardi dollari sulle rive del fiume Paraná procedeva a rilento a causa delle preoccupazioni dell’amministrazione Lugo per l’impatto ambientale dello stabilimento e per il prezzo dell’energia che la multinazionale dovrà pagare. Il nuovo Presidente, Franco, si è già accordato il 6 luglio, appena 14 giorni dopo la destituzione di Lugo. La velocità con cui si sono concluse le trattative apre lo spazio a dubbi sul fatto che il cambio di Presidente fosse già stato progettato a livello internazionale. “La persona che era rappresentante di Rio Tinto Alcan in Paraguay è stata nominata viceministro dell’Industria e del Commercio“, denuncia Jorge Galeano, segretario generale del Movimento Agrario Popolare (MAP).

Se all’interno del Paese il ‘golpe bianco’ ha dato un impulso decisivo alle politiche neoliberali, su scala internazionale non ha però portato i frutti sperati. UNASUR (lUnione delle Nazioni Sudamericane) e MERCOSUR (Mercato Comune Sudamericano) hanno infatti sospeso il Paraguay ‘’in attesa che venga ripristinato l’ordine democratico”; e, nel giro di un mese, il Venezuela è stato ammesso nel MERCOSUR, scavalcando di fatto il Senato paraguayano che da 6 anni vietava il suo ingresso nel blocco dei Paesi progressisti del continente: è una sconfitta anche per la diplomazia statunitense, per la quale l’isolamento politico ed economico di Chavez costituisce uno dei principali obiettivi strategici nello scacchiere sudamericano. L’entrata del Venezuela nel MERCOSUR ha inoltre una fondamentale importanza economica, immettendovi un PIL di 397.000 milioni di euro che porta il PIL complessivo dei Paesi aderenti a 3.635 miliardi (82,3% del PIL totale del Sud America), una superficie di quasi 13 milioni di chilometri quadrati e più di 270 milioni di abitanti (vale a dire 7 su 10 sudamericani) .

Nel Paraguay, ormai isolato a livello continentale, ma dove cresce l’aggressività di una ricchissima borghesia modello USA che vive sui privilegi e sullo sfruttamento di contadini senza terra ed esiliati dal proprio territorio dai grandi latifondi transnazionali, si svolgeranno le elezioni il prossimo 21 aprile. La partita è ancora aperta.

1) Monsanto colpisce in Paraguay: i morti di Curuguaty e il processo politico a Lugo, di Idilio Méndez Grimaldi (Giornalista, ricercatore e analista. Membro della Società di Economia Politica del Paraguay, autore del libro “Gli eredi di Stroessner”)), tratto da Informare per resistere. http:/www.informarexresistere.fr /2012/13/monsanto-colpice-in-paraguay#xzz27U4Sy1Ea

1) Ibidem

2) Marina Forti, Paraguay, indagine su un massacro, cfr. il manifesto, 12 settembre 2012.

Pubblicato su http://www.cassandrarivista.it/index.ph/mondo/                                                                                                                                          

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