domenica 16 dicembre 2012

L'intellettuale eretica


L'esistenza di Maria Antonietta Macciocchi si inserisce completamente nel Novecento, il secolo breve. E non solo temporalmente ma anche per gli ambiti ideologici che hanno attraversato la vita di questa donna. Partigiana, giornalista, scrittrice, parlamentare, femminista, ma mai ferma a farsi incasellare in un ruolo, sempre alla ricerca dell'anticonformismo e, come sottolineato da Eleonora Selvi nella biografia a lei dedicata, del riconoscimento altrui. La non sopportazione delle regole 'borghesi' e l'originalità derivano, come ben raccontato nelle prime pagine del libro a lei dedicato, da un'infanzia fuori dal comune, vissuta nei primissimi anni di vita di albergo in albergo, a causa del disprezzo del padre verso lo stile di vita borghese, e con un'ammirazione sognante nei confronti del genitore, un personaggio carismatico, in perenne conflitto con le convenzioni sociali. La sua vita adulta invece deve essere stata una continua lotta, in una tensione ideale, tra la volontà di essere libera e l'inevitabile necessità, nel secolo delle ideologie, di trovare un luogo in cui riconoscersi. In questo conflitto, in questa tensione si snoda tutto il suo arco vitale che, come è capitato a molti audaci e spavaldi di quelle generazioni l'ha trascinata per vie traverse e spesso inconsapevoli nei luoghi, fisici e intangibili, in cui si svolgeva la Storia. A Roma città aperta con i GAP, a Napoli nella ricostruzione dopo il conflitto bellico, alla direzione di “Noi Donne” e poi di “Vie Nuove”, con Togliatti e Longo ma anche con Pasolini e Malaparte, a Parigi e ad Algeri, in Cina e tra i giovani del Maggio francese, nel PCI e fuori, con le donne e con Giovanni Paolo II, ultima trasgressiva passione della sua intensa vita. Un personaggio sicuramente fuori dalle righe che Selvi ha avuto la possibilità di conoscere e con la quale ha avviato un rapporto di collaborazione andato avanti per anni. Ma la relazione tra le due donne, la famosa intellettuale e la ragazza appena uscita dall'Università, deve aver trovato una qualche chiave di parità perché Selvi, nella biografia, mai indugia nella tentazione di ridisegnare i fatti, di piegarli ad un affetto che pure traspare tra le righe. Così l'affresco che emerge della vita di Macciocchi è assolutamente fedele alla realtà, a tratti impietoso perché capace di mettere in evidenza le fragilità della protagonista. Fragilità, attenzione, che non sono cedimenti al sentimento o debolezze da operetta. Al contrario sono i nodi irrisolti della sua appartenenza al PCI, nel quale non mancò di agire da vero 'uomo di partito', ossequiente ai dettami di Mosca e di Botteghe Oscure, salvo poi passare per vere e proprie ribellioni che la sua intelligenza acuta ed intuitiva riuscì a canalizzare in progetti originali e di valore (vedi la presenza di Pasolini e Malaparte su “Vie Nuove” o la pubblicazione del carteggio con Althusser). La 'guarigione laica', come ebbe a scrivere Sciascia, avvenne nel 1977 quando a Macciocchi fu rifiutato il rinnovo della tessera al PCI. Il sollievo del lettore nell'arrivare a questo passaggio fondamentale spinge a chiedersi da dove avesse origine un'ostinazione così grande a “voler conciliare l'inconciliabile”. Ma la conquista, alla fine, della completa indipendenza e la possibilità di esercitare appieno l'eresia forse sottraggono, invece di aggiungere, qualcosa all'esistenza di questa donna. Sembra infatti che la sua intelligenza impulsiva patisca la mancanza di un confronto continuo e intenso ma anche, come scrive Selvi, di un riconoscimento esterno che lusinghi il suo narcisismo. Macciocchi è così vera nelle pagine di questa biografia, così eccentrica nella sua mutevolezza, così indisponente nella difesa a oltranza della sua intelligenza, così provocatoria nella sua assoluta certezza di possedere, di volta in volta, la verità, che dispiace, e molto, non averla potuta conoscere.

Eleonora Selvi
Maria Antonietta Macciocchi. L'intellettuale eretica
Aracne, 2012

Recensione pubblicata su Le Monde Diplomatique di Ottobre 2012 

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